Comone Passarana acquista due terreni da Francesco Viano

Tipologia Documento
Data topica Tollegno
Data cronica
28 luglio 1623
Note
Indizione sesta
[VUOTO]

Numerazione definitiva

Prefisso
Igor
Numero definitivo
3

Contenuto

Il documento ci fa incontrare nuovamente il Comone fu Francesco del primo strumento. Va detto che Comone (o Comino, come compare nei registri parrocchiali, dove anche il fratello viene indicato come Gaspar Comino fu Francesco Passerana) si chiamava in realtà Simone. I due terreni acquisiti da Francesco fu Comino Viano furono una pezza prativa con non meglio specificati “introposti”, probabilmente alberi di qualche genere o strutture di esiguo valore, sita nelle Piane della Vazana” ed un altro prato in regione “Taglieci”. I toponimi delle regioni a cui appartenevano i due prati indicavano la zona che, della strada verso il Carameletto, dal piano della Bazzera discende verso il rio Stono. Entrambe le pezze erano abbondantemente irrigabili: la prima confinava col suddetto rio ed una non meglio precisata roggia, l’altra tangeva il medesimo canale ed era bagnata da un'altra roggia descritta come “in Cima”, ovvero sul ciglio del dislivello che il prato occupava longitudinalmente. Comprate a corpo non fu necessario esplicitarne le misure. Il prezzo complessivo fu di 23 scudi, 2 fiorini e 3 grossi.
Il notaio ducale Giovanni Simone Ferro riceve (ma non di suo pugno) lo strumento nella saletta della casa di sua abitazione in Tollegno. 
Il documento rimane estrinsecamente un po’ datato ma di fatto il meccanismo si burocratizza in chiave moderna. Ancora qualche arcaismo: la croce sopra il protocollo, la "I" disegnata nella invocazione, l'indizione e qualche termine tipo "goldere" invece di godere ma di fatto il meccanismo si burocratizza in chiave moderna. E' il primo documento con l'apposto dell'insinuazione, istituita 13 anni prima. Lo strumento venne insinuato il 15 agosto di quello stesso 1623 dal terzo insinuatore di Biella, il nobile Simone Coda al quarto libro di Tollegno al foglio 437.

Note

Gio. Stefano Ferro di Tollegno "publico Ducal nodaro", al primo ed unico documento. Il notaio conserva a casa propria il protocollo degli atti richiestigli. Su richiesta ne fa levare una copia conforme (la mano non è sua) e la sottoscrive col suo segno tabellionale.