Le sorelle Eusebina e Caterina Coppa acquistano due terreni da Catta Jordanetto

Tipologia Documento
Data topica Tollegno
Data cronica
12 Dicembre 1744
Note
Indizione settima
[VUOTO]

Numerazione definitiva

Prefisso
Igor
Numero definitivo
6

Contenuto

È il primo documento del '700 e il fatto di essere ormai a metà secolo lo rende decisamente "moderno". Compare il bollo del Gabel general e strutturalmente le componenti dello strumento si ordinano sul foglio. È anche il documento che introduce i Craveia nella miscellanea: "Sbiina" (Eusebina) Coppa era la seconda moglie di Gio. Angelo Craveia mentre la sorella Caterina era la vedova del di lui figlio Bartolomeo. Le ragioni della vendita di Catta Jordanetto (Giornadetti) sono particolari: l'erede del defunto marito era il figlio Giuseppe che morì a sua volta lasciando nel testamento numerosi legati e la facoltà per la madre di alienare terreni ereditati per farvi fronte. La vedova Jordanetto quindi fu costretta da obblighi devozionali ereditati dal marito attraverso il figlio a privarsi di due pezze prative in regione “Campolungo” (tra di esse confinanti anche se non indicato), la prima estesa dodici tavole circa, la seconda poco più di quattordici, vennero vendute per 100 lire di Piemonte, metà per ogni sorella (anche se i due terreni non erano per estensione identici), in entrambi casi si tratta di denaro dotale (cioè dei Craveia). La vendita fu annunciata con l'affissione de "li tiletti al luogo pubblico e per molti giorni con haver descritto diversi beni già propri di detto fu Giuseppe suo figlio". Da notare, pur mancando ovviamente i numeri mappali, il riferimento alla documentazione catastale "si et come resta alli cadastri di questa comunità allibrato" e il notaio nelle formule finali sottolinea, nella forma "a detame di savio sendo spediente", il concetto della saggia opportunità di ricavare un pubblico strumento dall'intento del negozio di compravendita (vedi documenti n° 1 e 4).

Note

Ricevuto dal notaio Giuseppe Barile di Tollegno (l'atto fu scritto alle "tre di notte", cioè alle otto di sera, nella sua casa a Tollegno, anche se il notaio risiedeva a Biella, di mano di un non meglio specificato "chierico Barile"). Omessa la descrizione delle competenze (anche se pare esserci un accenno nel segno tabellionale). Il notaio Giuseppe Barile fu a lungo il segretario del comune di Tollegno e questo è il suo primo atto.