Giuseppe e Gio. Angelo Craveia acquistano due terreni da Domenica Ferro
- 6 febbraio 1760
- Note
- Indizione ottava
Numerazione definitiva
- Prefisso
- Igor
- Numero definitivo
- 7
Contenuto
È il primo strumento "attivo" per i Craveia e si tratta di un documento notevole. L'acquisto venne fatto dalla coppia zio-nipote (connubio speculativo che si ripete in documenti successivi) nei confronti di una vedova che doveva far fronte ad un debito: aveva contratto un annuo censo di 100 lire al 6% a favore della "opera pia lasciata dal fu Bartolomeo Tamaroglio". Le centodieci lire di Piemonte non versate dai due Craveia alla vedova servivano per liberare le pezze vendute loro dal gravame del censo: la differenza di 10 lire tra il capiate del censo e il prezzo di vendita dovrebbe indicate l’interesse maturato a carico della Ferro, interesse che non era stato versato e che dovrebbe suggerire la data di acquisto del prestito, ovvero meno di due anni prima (a sei l’anno, dieci lire significano che la vedova Domenica acquisì il censo nella tarda primavera del 1758). La prima delle due pezze era un campo a vite ai “Borelli” di quattordici tavole confinante con la strada pubblica per due parti e con i beni della parrocchia; la seconda era un prato posto in “Oro ossia Galfa" di trenta tavole confinante con le roggia e gli stessi acquirenti. Il valore di questo atto sta nella menzione di quella istituzione in origine caritatevole e di stampo religioso che si tramuta in questo caso in una sorta di istituto di credito e che quasi sicuramente ha legami diretti con l’attuale Opera Pia Tamaroglio della quale non si sospettavano origini tanto lontane (vedi documento n° 10).
Note
- Giuseppe Barile di Tollegno "nodaro et segretaro", ecco quel che si legge al signum tabellionis. Al suo secondo strumento. Abitava a Biella Piano, quartiere di Santo Stefano. L'atto fu scritto alle "due di notte", cioè alle sette di sera.