"Giò" Craveia salda il debito ereditato da Domenica Ferro verso l'Opera Pia Tamaroglio

Tipologia Documento
Data topica Tollegno
Data cronica
5 settembre 1766
Note
Indizione decima
[VUOTO]

Numerazione definitiva

Prefisso
Igor
Numero definitivo
10

Contenuto

Il presente strumento di quietanza per l'estinzione di annuo censo ha origine dal doppio atto (non sono specificate le date) con i quali Domenica vedova di Carlo Ferro prima aveva venduto un annuo censo di 100 lire al 6% alla "Opera Pia lasciata dal fu Bartolomeo Tamaroglio" (con strumento rogato sempre Barile) e poi "per liberarsi da tal peso" aveva venduto alla coppia Giuseppe e Giovanni Craveia due pezze di terra di valore presumibilmente pari al capitale del censo. L'acquisto dei terreni comportava ovviamente per i due Craveia l'onere di estinguere il censo (oltre che di pagarne gli annui interessi) entro il termine fissato nello strumento di compravendita del 6 febbraio 1760. Quindi dopo sei anni il solo nipote Giovanni, lo zio era morto nel 1763, "trouandosi il comodo" decise di chiudere la questione. Avendo sempre corrisposto gli interessi non gli restava che versare le 100 lire che nel caso in oggetto vengono ritirate dal notaio Barile medesimo in qualità di amministratore designato dell'opera pia dal defunto costitutore Bartolomeo Tamaroglio. Questi soldi erano destinati alla celebrazione di tutte le messe stabilite in numero dal documento di legato di costituzione dell'opera pia, anche se un passaggio del testo sembra alludere al fatto che solo gli interessi dovevano finire in messe. In effetti dal punto di vista economico e giuridico l'istituzione Tamaroglio doveva avere basi solide (lasciate dal costitutore) che un saggio amministratore poteva far fruttare (il notaio Barile?): se il censo acquisito dalla vedova Ferro non fosse stata una situazione unica ma una specie di prassi (non documentata e quindi solo ipotizzata) quell'intento religioso post mortem del Tamaroglio avrebbe potuto trasformarsi in una sorta di istituto di credito che per altro applicava tassi di fatto non modici. Salvare capra e cavoli era lo scopo del saggio amministratore: incrementare il capitale con oculate speculazioni finanziarie paesane che avrebbero consentito di far celebrare tutte le funzioni di suffragio per il defunto e…Non è possibile a questo livello di studio definire un nesso tra l'opera pia costituita da Bartolomeo Tamaroglio e quella fondata da don Giacomo Tamaroglio nell'ultimo '800 ma ho il concreto sospetto che le due cose siano collegate; senza dubbio affini lo sono oltre che per omonimia anche per origine e finalità. In poche parole il prete non avrebbe creato ma solo ripreso un'entità almeno moralmente preesistente. Va infine notato che al momento dell'acquisto del censo l'opera pia di Bartolomeo doveva essere attiva da diversi anni: a quanto pare il costitutore morì nel 1733 e trent'anni dopo o quasi l'istituzione è non solo ancora operante ma dimostrava di avere una disponibilità economica importante.

Note

Il notaio Giuseppe Barile di Tollegno risiedeva a Biella. Al suo quarto strumento. L'atto fu scritto nella sua casa di Tollegno "prima di mezzogiorno".