Giovanni Craveia acquista un gruppo di immobili ed una scrittura di credito da Germano Coppa

Tipologia Documento
Data topica Tollegno
Data cronica
31 ottobre 1795
[VUOTO]

Numerazione definitiva

Prefisso
Igor
Numero definitivo
20

Contenuto

Il documento è piuttosto complesso e sebbene si tratti di una semplice vendita tra Giovanni Craveia e Germano fu Bartolomeo Coppa la natura 'mista' della cessione rende questo strumento interessante. Il primo termine della questione è un sito a tutta prima gradevole, composto da stalla e fienile, vite a pergola, prato e castagni, posto alla "Cucca" ossia al Pozzo sull'attuale vicolo Costa. E' assolutamente probabile che in quella zona si siano insediati i primi Craveia di Tollegno e non è chiaro in quale rapporto siano proprio quei Craveia immigrati a fine '500 e il nome della zona. Resterà comunque a titolo di stranome a quel Defendente Gio. Batta Craveia nato nel 1791, cugino di secondo grado del presente Giovanni e zio del capitano. Il resto dello strumento parte da questo grazioso angolo di Tollegno dell'ultimissimo Ancien Régime per tradursi in una sequenza di passaggi di carte di credito esigibile. Germano Coppa acquisì il corpo di fabbrica della "Cucca" nel maggio del 1794 (rogato Mossetto) dagli eredi di Giovanni fu Germano Coppa e non aveva pagato immediatamente o almeno non a saldo. Questo perché il 13 giugno 1795 aveva pure acquisito una scrittura di credito per 200 lire di capitale (con relativo interesse del 4%) da un certo Francesco fu Giacomo Antonio Janno che a sua volta la deteneva in originale passata il 12 maggio 1787 in suo favore proprio da Giovanni fu Germano Coppa. In parole povere Germano fu Bartolomeo Coppa era debitore nei confronti degli eredi di Giovanni Coppa per gli immobili (circa 120 lire) ma era loro creditore per più di 200 in virtù della suddetta scrittura d'obbligo del 1787. Nella medesima condizione, al momento della cessione in oggetto, si ritrova il Craveia: nello strumento gli viene assegnato di comporre il debito sul terreno (scalando quindi 120 lire più interessi decorsi, 2 lire e 2 soldi dal prezzo concordato per la cessione) con gli eredi di Giovanni Coppa . Con le rimanenti 234 lire da versare a Germano Coppa, Giovanni Craveia entra in possesso degli immobili ai mappali 1365 e 1366 ma in realtà al Craveia il prato e la stalla sarebbero costati ben meno visto che poteva rivalersi sui medesimi eredi Coppa per almeno 217 lire (aveva come detto acquisito la scrittura che obbligava gli eredi Coppa in principio nei confronti dello Janno), cioè se avesse riscosso subito tutta l'operazione poteva chiudersi con qualcosa meno di 17 lire in passivo. Il fatto è che il Craveia, ottimo affarista, non pagò in contanti né gli eredi Coppa né Germano Coppa, bensì passò ad entrambi una ulteriore scrittura di obbligazione. Per Germano Coppa la cosa era conveniente visto che si rendeva di fatto sollevato da ogni pendenza nei confronti degli eredi di Giovanni Coppa e avrebbe goduto degli interessi sulla posticipazione di pagamento dettata dal Craveia. Quest'ultimo aveva fatto bene i conti e sapeva che nel giro di qualche anno avrebbe potuto battere cassa per la sua scrittura di credito nei confronti degli eredi che significava a parità di interesse (4%) un capitale quasi doppio del suo debito nei loro confronti e di poco inferiore rispetto a quello verso Germano Coppa, cioè avrebbe pagato il terreno, la stalla e tutto il resto praticamente nulla. E' curioso notare che senza il minimo movimento di denaro ma con un semplice rogito notarile si innescava (o, virtualmente, si terminava come in questa occasione) una serie infinitamente reiterabile di promesse di pagamento o di diritti di riscossione che, se ben padroneggiata come nel caso di Giovanni Craveia, poteva risultare assai fruttuosa. Il trucco era postporre la riscossione quanto più possibile per incrementare gli interessi e in questo specifico caso, nella posizione di debitore come quella del Craveia, altrettanto postporre la data di computo degli interessi di mora sui capitali da rendere. Tutto ciò dimostra come la 'borsa' degli immobili e delle scritture d'obbligo (vedi anche i censi) fosse oltremodo attiva nella realtà paesana dei tempi

Note

Giacomo Luigi Scaravelli di Biella al terzo atto. Sottoscrisse questa copia il 31 marzo 1796. Come nel documento precedente compare nella prima pagina la sua nota sull'estensione della proprietà in oggetto di compravendita e il suo registro (1 denaro, 9 minuti e 8 atomi).