Bartolomeo Craveia acquista un terreno da Antonio Poccardo

Tipologia Documento
Data topica Tollegno
Data cronica
5 settembre 1800
Note
8 Fruttidoro anno 8° R. F.
[VUOTO]

Numerazione definitiva

Prefisso
Igor
Numero definitivo
23

Contenuto

Questo è il primo atto del XIX secolo e, pur restando scritto in italiano, apre di fatto il periodo francese (che si intuisce per il bollo e per la doppia datazione) nel fondo Craveia. L'anno non è più quello "del Signore" bensì l'ottavo dalle Repubblica Francese, e lo strumento è redatto in nome della “Nazione Piemontese”. Questo è anche il primo documento rogato notaio Carlo Giuseppe Negro di Pralungo che interrompe la serie Scaravelli.

Resta comunque un normalissimo strumento di compravendita di terreno. Oggetto del contratto una porzione di pezza prativa di sei tavole e sei piedi da prelevare a meridione che Bartolomeo Craveia pagò 7 lire e 10 soldi per tavola, ovvero complessive 48 lire e 15 soldi versate prima dello strumento.

Da notare che la regione in cui si trovava il prato viene indicata come “Mortuccio” e per ammissione del notaio non si poté designare il numero di mappa perché non si poté avere. Questo disguido catastale può avere un paio di interpretazioni: potrebbe riferirsi alla vecchia pezza di Antonio fu Gaspare Poccardo divisa e poi parzialmente ceduta al Craveia o potrebbe riferirsi alla "nuova" pezza nata dallo scorporo della maggiore. Nel primo caso, più grave, si dovrebbe sottintendere un tale disordine del catasto locale, anche in conseguenza delle "riforme" francesi, da non consentire l'identificazione di una particella accatastata da nemmeno dieci anni. Nel secondo caso si dovrebbe considerare che per la confusione amministrativa derivata dallo stato di occupazione il catasto locale non era stato in grado di fornire un nuovo numero da assegnare alla neonata particola. Ancora una volta va evidenziato il fatto che Bartolomeo Craveia ampliò un suo possesso semplicemente acquistandone uno, o parte di uno, confinante. Ultima nota riguarda l'ampiezza dei tempi di insinuazione dello strumento, poco più di due anni, e quella di rilascio della copia, poco meno di tredici anni dal rogito.

Note

Carlo Giuseppe Negro di Pralungo, vedi doc. n° 18 dove viene citato come perito, al primo strumento. Levò e sottoscrisse questa copia il 10 marzo 1813 (notevole salto temporale tra il rogito e la copia). La firma del notaio e la precedente nota sulla copia e la collazione sono l'unica francesizzazione nello strumento oltre alla data.