Bartolomeo Craveia acquista due terreni da Giuseppe Serra parroco di Pralungo

Tipologia Documento
Data topica Biella
Data cronica
28 novembre 1809
[VUOTO]

Numerazione definitiva

Prefisso
Igor
Numero definitivo
25

Contenuto

Strumento "imperiale" nel periodo di massima potenza napoleonica. Ormai praticamente in tutto francesizzato e modificato nella distribuzione delle parti del documento questo strumento segna il ritorno del notaio Giacomo Luigi Scaravelli. Anche in senso tecnico i dati nell'atto subiscono l'influsso d'oltralpe, con le variazioni della data che ritorna quella precedente alla Repubblica Francese (dal 1805 Napoleone l'aveva riportata in vigore), il recupero della numerazione mappale, l'inserimento del sistema metrico decimale e della monetazione in franchi. L'atto di per sé rimane una semplice vendita di terreno. Le due pezze erano di proprietà di don Giuseppe Serra parroco di Pralungo e vengono acquistate da Bartolomeo Craveia che in quel tempo era sindaco, “maire”, di Tollegno. Le due pezze erano un terreno a vigna in regione “Borelli”, mappale 2366, esteso 7 tavole e 8 piedi, ed un prato alla “Ripa”, mappale 2496, esteso 3 tavole e 2 piedi; le misure dei terreni vennero indicate anche col sistema metrico decimale. Il tutto per 100 franchi complessivi sborsati di fronte al notaio.

Il parroco faceva coltivare questi terreni da un “fermier”, un fattore fittavolo il quale, su di una delle due pezze, credo quella alla “Ripa” designata come prativa, aveva seminato della segala sul cui raccolto manteneva i diritti malgrado la vendita. Questa medesima pezza doveva trovarsi vicina a quella acquisita nello strumento precedente dai Ferro e comunque confinava per tre lati con terreno già di proprietà del Craveia.

Sull'insinuazione: compare una codifica alfanumerica, nuova, per i volumi di registrazione e va detto che a distanza di sei anni si trova un altro francese a fare da insinuatore. È un piccolo, oscuro ma assai importante ‘posto-chiave’ dove mettere un elemento fidato e non un piemontese.

Sui testimoni: uno tollegnese, il “tesserand” Gio. Batta Coppa, ed uno pralunghino, il sindaco. Il notaio scrive, e prima d'ora non l'avevo visto altrove, che furono chiamati “à deffaut d'un second Notaire”: perché due notai? Perché l'atto era stipulato da due personalità locali e dunque più importante del solito? È per questo motivo che il notaio sfoggia il suo sigillo di carta?

Note

Ritorna il notaio Scaravelli. Si tratta del primo documento in francese. L'atto è dotato di sigillo in carta sovrapposta, molto bello con la scritta "Tribunal de paix Sesia [...] J(acques) L(ouis) Scaravelli No(tai)re Bielle".