Giacomo Cinguino acquista due terreni dal fratello Alberto
Tipologia Documento
Data topica
Biella
Data cronica
- 15 luglio 1811
Numerazione definitiva
- Prefisso
- Igor
- Numero definitivo
- 26
Contenuto
- Il documento è entrato a far parte del fondo Craveia per via dotale: il negoziante Giacomo fu Bartolomeo Cinguino era il padre di Caterina che sposò Alessandro figlio di Bartolomeo Craveia. Il detto Giacomo acquistò dal fratello tessitore Alberto un paio di terreni, un campo ed un prato a vigna tra le case in centro paese (Chioso). Al di là di alcune osservazioni superficiali sulla forma dello strumento (il ritorno ai dipartimenti d'oltralpe al posto del "Piemont" nel bollo da 75 centesimi, l'uso delle antiche misure dopo il timido esordio comparativo del sistema metrico decimale e la conferma della formula "au défaut d'un second notaire" per la convoca dei testimoni) la cosa più interessante sono le clausole del contratto. Innanzitutto va detto che la seconda pezza, quella al Chioso, nasceva da uno scorporo da maggior fondo del venditore e che a far da confine sarebbe rimasto un passaggio comune. Su una delle sei tavole separate da quella vigna fra le case (tavola naturalmente adiacente alla restante parte del vednitore) e su tutto il campo sito in regione Ripa, la prima pezza, l'acquirente non avrebbe potuto accampare diritti fino alla prossima festività di san Martino (11 novembre). Come nel caso dello strumento precedente credo che il venditore tutelasse in tal modo i suoi diritti di semina e di vendemmia. Ma ancor più vincolante era la seconda clausola che ridimensionava di molto le reali acquisizioni del compratore. Giacomo Cinguino non avrebbe potuto entrare in pieno possesso delle restanti cinque tavole di vigna da lui pagate al Alberto che alla morte di quest'ultimo: avrebbe potuto coltivarle corrispondendo al fratello 2,5 franchi all'anno vita natural durante a titolo di usufrutto. Sfugge il senso complessivo dell'acquisto della parte di vigna: una conveniente differenza d'età tra i fratelli tale da giustificare una supposta breve 'convivenza' immobiliare a vantaggio di Giacomo, o piuttosto una calcolata ed altrettanto conveniente rendita ricavabile dalle sei tavole a vite tale da giustificare l'esborso di un usufrutto? Comunque anche in questo caso, pur essendo un fatto più che probabilmente casuale, ecco distendersi sullo strumento l'ombra speculativa dei Craveia. È una sensazione, una suggestione romanzesca, ma è davvero il fato che ha voluto che proprio Bartolomeo Craveia fosse confinante privilegiato della vigna? Certo non ne potè godere dierttamente ma in senso genealogico ci mise le mani sopra semplicemente sposando il figlio Alessandro con l'erede femmina di Giacomo Cinguino che portò in dote guarda caso la vigna.
Note
- Giacomo Luigi Scaravelli di Biella che ritorna dopo undici anni per il suo sesto strumento. Presumibilmente la copia venne levata e collazionata, per l'acquirente Craveia, il giorno dell'insinuazione (1° dicembre 1809). Scaravelli era diventato un "Notaire Impérial à la résidence de Bielle" e aveva uno splendido sigillo di carta sovrascritta circolare che in questo atto si trova incollato accanto alla firma del notaio. È un vero timbro professionale, personalizzato, con aquila imperiale al centro e la scritta che indica il notaio come appartenente al "Tribunal de Paix" di Biella, "Canton" di Biella, Dipartimento della Sesia.