Bartolomeo Craveia acquista un terreno da Antonio Comerro. Il medesimo Comerro vende un altro terreno al fratello Pietro

Tipologia Documento
Data topica Biella
Data cronica
24 ottobre 1811
[VUOTO]

Numerazione definitiva

Prefisso
Igor
Numero definitivo
27

Contenuto

Si tratta di uno strumento doppio, una doppia vendita di terreno, per il secondo atto prodotto dal notaio Marocchetti. La prima compravendita riguardava il defunto Bartolomeo Craveia. Antonio fu Carlo Comerro, tessitore tollegnese residente in quel momento a Meda (dipartimento della Agogna), vendette al Craveia un terreno a vigna. Nella seconda compravendita il medesimo Comerro vendette a suo fratello Pietro un grande prato. Riguardo la prima alienazione va rilevato che Antonio Comerro aveva ceduto una parte di un suo maggior terreno su cui gravava un usufrutto (su sole tre tavole da considerarsi a meridione) intestato a sua sorella Maria Teresa. Naturalmente, come d'abitudine di presunto maggior rendimento, anche lo scorporo per il Craveia doveva avvenire a sud quindi terreno acquisito e terreno soggetto ad usufrutto coincidevano. Per il Craveia questo rappresentava un intoppo (per altro creato ad hoc visto che l'atto costitutivo a favore della sorella venne rogato al medesimo notaio in quello stesso giorno da Antonio Comerro); la seconda nota dorsale suggerisce però che il Craveia pochi giorni dopo (30 ottobre) in pratica risolse il problema semplicemente acquisendo la riserva, ovvero il diritto di prelazione, per l'acquisizione dell'usufrutto spettante a Maria Teresa Comerro (probabilmente la liquidò con una rendita vitalizia come nel caso del doc. n° 29). Alcune note. Innanzitutto le professioni: in un atto mutuato tra tessitori, anche i infatti testimoni appartengono tutti a quella arte (anche Giacomo Cinguino che nell'atto precedente risalente a luglio veniva definito negoziante), spicca Bartolomeo Craveia che oltre ad essere "maire" di Tollegno viene descritto come "proprietaire", cioè viveva dei suoi beni senza svolgere attività alcuna, semplicemente di rendita (o speculando). L'atto in sé pare essere una sorta di atto d'addio del tessitore migrante: Antonio Comerro doveva aver avviato un'attività o comunque doveva esercitare in modo redditizio la sua professione in quel di Meda e si era convinto a liberarsi dei suoi beni a Tollegno, privilegiando i parenti o i buoni partiti. Ed un buon partito lo era il Craveia, anche per Giacomo Cinguino che compare "al fianco" del suo futuro suocero per la seconda volta in pochi mesi. Da notare che è uno dei pochissimi strumenti di compravendita di terreno in cui l'acquirente Bartolomeo Craveia non risultava essere confinante con la pezza acquisita. Le pezze sono indicate con i numeri mappali ma le misure sono quelle di paese, realtà in cui il sistema metrico decimale non è penetrato. Tutti quanti sapevano scrivere tranne il venditore Antonio Comerro.

Note

Giovanni Antonio Marocchetti di Biella, al primo strumento. Come nell'atto precedente anche il notaio Marocchetti sfoggia un sigillo cartaceo indicante la sua professione in Biella, Dipartimento della Sesia. La copia venne scritta dal notaio il giorno dell'insinuazione, 17 luglio 1811.