Bartolomeo Craveia acquista un terreno da Giovanni Milana

Tipologia Documento
Data topica Biella
Data cronica
26 ottobre 1812
[VUOTO]

Numerazione definitiva

Prefisso
Igor
Numero definitivo
28

Contenuto

Un altro tessitore di Tollegno vendette un terreno al suo "maire" Bartolomeo Craveia. Giovanni fu Bernardo Milana cedette una sua vigna di 380 mq (in questo strumento si ritorna alla doppia misurazione correlata) posta nel cuore del paese, al "Chioso". L'acquisizione fu un vero colpo da maestro del solito Bartolomeo che riuscì così ad ingrandire notevolmente un suo possesso (dotale visto che proveniva da Maria Passerana): si tratta dell'aggiunta al mappale 2201 del 2195. Il costo dell'operazione fa capire che la comodità di accesso dei terreni era un indice importante nel computo del costo; basta confrontare questo con lo strumento precedente: una vigna di 7,8 tavole posta allo "Zucco", cioè molto fuori paese al confine con Pralungo, veniva venduta (pur con la natura di parzializzazione da maggior pezza e con il gravame di un usufrutto) ad 80 franchi, mentre questo prato avidato alle spalle delle case del Pozzo, esteso 10 tavole, veniva pagato 200 franchi. Questo acquisto rappresenta un ulteriore passo nella direzione presa (più o meno consciamente) da Bartolomeo Craveia di ricalcare le orme degli Antonietto che mezzo secolo prima di lui avevano il controllo immobiliare diretto di gran parte della zona sud occidentale del cantone del Pozzo, case e terreni coltivati indistintamente. In senso genealogico la cosa riuscì, per caduta ereditaria e per successivi accorpamenti, al figlio Alessandro. L'esempio del terreno oggetto del documento 26, lasciato da Giacomo Cinguino alla figlia Maria e da lei portato al marito Alessandro Craveia, è calzante: la parte sud del mappale 2216 andava ad incastrarsi perfettamente tra il suddetto 2201 (Ravetto-Passerana-Craveia) e il 2195 oggetto del presente strumento. Alessandro era indubbiamente figlio d'arte di Bartolomeo a sua volta depositario di una sommatoria di ataviche destrezze speculative in cui si fondevano fiuto speciale in senso matrimoniale, talento da vendere per il mercato immobiliare ed una buona dose di accortezza istituzionale (nel suo caso arrivata alla fiducia in lui riposta dal regime napoleonico dimostrata nella sua nomina a maire di Tollegno). L'accaparramento di tutte quelle proprietà rappresentava una scalata socio-economica non indifferente che si dispiegava in un'ottica famigliare di eredità e lasciti e che si concretizzava in un tenore di vita (pervaso probabilmente da una certa avarizia) al di sopra della media.

Note

Giovanni Antonio Marocchetti di Biella, al secondo strumento. Identico sigillo di carta sovrimpressa. La copia in oggetto, confezionata per Bartolomeo Craveia, da lui scritta venne rilasciata il giorno dell'insinuazione (25 ottobre 1811). Per la seconda nota dorsale vedere Analisi del documento.