Alessandro Craveia acquista un terreno da Felicita Canova Bracco

Tipologia Documento
Data topica Biella
Data cronica
20 marzo 1824
Note
Nella casa di Felicita Canova, alle quattro del pomeriggio.
[VUOTO]

Numerazione definitiva

Prefisso
Igor
Numero definitivo
32

Contenuto

Secondo atto Dionisio, seconda testimonianza del causidico Arnulfo. Alessandro Craveia amplia i suoi orizzonti speculativi acquistando della terra in territorio cittadino: quasi una giornata di vigna da una madama della Biella borghese.

La signora Felicita fu Fabio Canova vedova del medico Bracco per la ragguardevole cifra di quasi 1700 £ dell'epoca cedette al Craveia un suo terreno al “Masarone” incastrato tra signorili coerenze. Si trattava di un appezzamento sito in Biella in regione “Campazzo”, o “Masarone”, notato in mappa col n° 935, esteso 8 stara ed una tavola. Il terreno confinava con il signor Giuseppe Bora, col padre Antonio Lombardi, con Agostino Gambarova, con gli eredi di Agostino Polto e con Lodovico Marocchetti (vedi doc. n° 35). Il valore intrinseco della coltura e la notevole estensione fecero salire il prezzo di vendita a 210 £ a stara ossia totali 1697,5.

La vedova tenne per sé quel diritto consuetudinario e di pratico buon senso definito qui “massarizzio”, ovvero l'usufrutto temporaneo del bene: cioè avrebbe goduto della vendemmia di quell'anno prima di liberarne il definitivo possesso al rampante tollegnese. Il Craveia da par suo sborsò di fronte al notaio 1200 £ e procrastinò il saldo a tre anni con un tasso del 5%, “…ragione legale…” di allora, riservandosi il diritto di chiudere prima il pendente con due rate corrispondenti a metà del mancante.

Cosa spinse Alessandro Craveia, se non il suo spiccato senso degli affari e della speculazione, ad acquisire un terreno del genere? Rendevano così tanto 3700 mq di viti? O il vino non c'entrava nulla con l'occasione di approfittare di una vedova magari sorpresasi in difficoltà con la dipartita del marito libero professionista? E tanta liberale borghesia a testimoniare: è un prezioso codazzo del notaio, la cerchia della madama Canova Bracco o una buona amicizia del figlio del “maire”? Senz'altro ancora una volta con questo strumento si evidenzia quella spanna che divideva, per eredità e per merito proprio, questo personaggio dalla media paesana del tempo.

Note

Ignazio Dionisio di Candelo operante in città, qui al secondo strumento. Pare di capire che almeno in questo periodo, come detto forse iniziale della sua attività, il notaio non possedeva uno studio suo. Va detto che per la seconda volta consecutiva al notaio si associa un testimone eccellente ovvero il causidico Arnulfo. O si tratta di un legame con i clienti del notaio, il giovane Craveia o la signora Canova vedova Bracco magari imparentata con i fratelli dell'atto precedente? Questa copia di pugno del medesimo Dionisio venne rilasciata al Craveia, acquirente, in data 9 aprile 1824.