Estratto catastale dei beni posseduti da Alessandro Craveia
- 3 gennaio 1842
Numerazione definitiva
- Prefisso
- Igor
- Numero definitivo
- 48
Contenuto
Per quanto riguarda il documento in oggetto è necessaria una premessa ossia che merita senza dubbio un allegato dove ampliare l'analisi dei molti dati che ne emergono. Non è chiaro, comunque, quale sia stata l'origine dell'atto in sé: un desiderio di chiarezza del Craveia o un dovere d'ufficio del notaio Dionisio qui in veste di segretario comunale-catastaro?
La descrizione dei singoli immobili è sufficientemente minuziosa per poterne individuare per tutti la posizione sul territorio e per trasmettere l'idea di un patrimonio agricolo di sicura rilevanza che per estensione raggiungeva i 59 mila mq. Un totale di 86 proprietà diverse distribuite su tutto il territorio di Tollegno. Tra di esse si contano due cascine: una al “Ronco” (mappale 938) e l'altra al “Gabbio” (mappale 1660), entrambe così piccole che dovevano essere più che altro capanni per gli attrezzi agricoli dei fittavoli del Craveia. Compare un solo maceratoio per la canapa, alla Pera. Il resto è suddiviso in orti, prati, castagneti, incolto (gerbido), bosco, vigne e campi di non meglio indicata qualità. Il patrimonio immobiliare del Craveia era piuttosto equilibrato nelle sue componenti anche se risulta una certa prevalenza relativa per quanto riguarda i castagneti ed il bosco misto in genere. Complessivamente i possedimenti di Alessandro Craveia si estendevano (esclusa la casa del cantone del Pozzo) per 15 giornate, 51 tavole ed 8 piedi che equivalevano, come detto, a poco meno di 59 mila mq.
Nelle colonne del documento compare il termine “Bontà” per indicare la “valba” di appartenenza del terreno e con il termine “Registro” la cifra in soldi espressa dalla pezza in relazione alla tassabilità. Il documento è in sintesi una visura catastale desunta dai registri catastali di Tollegno e più precisamente dal libro dei “Trasporti”, ovvero dei cambi di proprietà, alla pagina 116. Questo libro doveva essere il primo, quello impostato dal Bussetti alla fine del '700.
Di sicuro interesse sono le due note in calce alle colonne descriventi le pezze. La prima ha carattere espressamente fiscale e porta la data 3 gennaio 1842. In essa si evidenzia il quantitativo complessivo dei possedimenti di Alessandro Craveia e la tassazione relativa rispetto all'anno precedente (1841) suddivisa in “Tributo Regio” e “Contribuzione Provinciale”: il primo esigeva per ogni soldo di registro 5,64 £ mentre la seconda 1,42. In totale il Craveia pagava 7,06 £ ogni soldo del registro a cui ammontavano i suoi beni (le proprietà di Alessandro Craveia rappresentavano per il "registro" 7 soldi, 7 denari, 9 punti, 6 atomi e 10 minuti) cioè, per quell'anno, 54,10 lire. Segue poi la considerazione estimativa del catastaro sul valore complessivo delle proprietà accolonnate e così si esprime: “in comuni comercii di Lire dodeci mille e più”.
La seconda nota è datata 8 febbraio 1848 ed è firmata dallo stesso Dionisio. Seconda questa ulteriore annotazione i beni del Craveia in quei 6 anni non avevano subito modifiche tranne che l'aggiunta di “una casa nel Canton del Pozzo, composta di moltissimi membri del valor di lire tremille cinquecento e più”. Se su questo immobile venisse applicata la tassazione non è specificato (credo comunque che ne fosse immune) e non è chiaro nemmeno a quale casa si riferisse il segretario anche se con buona approssimazione si può riconoscere in quell'indicazione il mappale 2204, ovvero il rustico ora di mia proprietà. Quella casa venne acquisita da Alessandro Craveia tramite il matrimonio con Caterina Cinguino avvenuto nel 1833. In effetti il Craveia doveva risiedere nella casa materna posta poco distante (mappale 2200) di antica proprietà Ravetto-Passerana. Inoltre, il Dionisio specifica che il possesso degli immobili descritti (anche la casa al Pozzo?) erano del Craveia da almeno trent'anni “…di continuo possesso…”. In realtà non è vero per tutti i beni ma evidentemente sia il proprietario sia il catastaro consideravano una sorta di fondo storico una buona parte degli immobili anche considerando l'ereditarietà del possesso.
Note
- Non trattandosi di un documento privato ma di un atto pubblico, la figura del notaio non compare. Presente tuttavia risulta il solito Ignazio Dionisio il quale in veste di segretario comunale di Tollegno ricopriva anche la carica di "cattastraro" e come tale rilascia tanto l'estratto catastale in sé (3 gennaio 1842) quanto l'aggiornamento successivo (8 febbraio 1848).