Cessione fatta da Maria Passerana vedova di Bartolomeo Craveja a favore di Alessandro Craveja, amendue di Tolegno, per cose non eccedenti le lire mille

Tipologia Documento
Data topica Biella
Data cronica
19 marzo 1823
Note
Nella casa di Luigi Cantono alle 12 del mattino, ora di Francia.
[VUOTO]

Numerazione definitiva

Prefisso
Igor
Numero definitivo
31
Suffisso
bis

Contenuto

RIVEDERE LA SEQUENZA DEI DOCUMENTI RICEVUTI DA IGNAZIO DIONISIO E VEDI PROVVISORIO 52
Maria Passerana, vedova di Bartolomeo Craveia, lascia tutti i suoi beni mobili e immobili al figlio Alessandro (conservandone l'usufrutto). Dispone però alcune clausole a favore delle figlie Caterina (già sposa di Domenico Coppa), Teresa (già sposa di Giovanni Battista Acquadro) e di Lucia, nubile.
Da defalcare dai beni passati al figlio conservandoli a favore della detta Lucia, usufruttuaria finché fosse rimasta nubile, erano una pezza campo ai Campi, confinante con la via pubblica, un canepale alla Ripa, un castagneto al Piano di Serra (Bider?), confinante con la via pubblica, un bosco al Beggio, confinante con la roggia e con la strada pubblica, e "una camera con suo fornello ad elezione del cessionario nella sua casa d'abitazione per non possederne alcuna la cedente". Se anche Lucia si fosse sposata, così come alle sorelle, sarebbe spettata una dote di 100 lire.
Nella cessione erano menzionati anche i beni legati alla cedente da Elisabetta Ravetti con suo testamento 20 dicembre 1816 ricevuto Marochetti [non presente in questo FONDO]. I beni Ravetti restavano di proprietà della Maria Passerana.
Quest'ultima si riservava, per vivere, "pendente tale separazione [in effetti, più che una cessione ereditaria appare proprio come una separazione inter vivos, n.d.a.] in goldita una cucina al piano terreno, crotta piccola,  due stanze al piano superiore della crotta piccola, e grande, la metà di una stalla con una tavola di giardino, da prelevarsi nella sua casa d'abitazione".
Infine, "si è pure convenuto che qualora detta vedova non potesse convivere col di lei figli Alessandro non possa più pretendere cosa alcuna relativamente alle vendite fatte dal detto fu Bartolomeo Craveja delle proprietà spettanti alla cedente, quali vennero di suo consenso eseguite, di cui ne investe pure detto cessionario a pena di danni". I rapporti tra madre e figlio non dovevano essere distesi.

Note

Il regio notaio candelese Ignazio Dionisio qui al suo primo strumento. Probabilmente per il tenore giuridico dell'atto (o forse per la giovane età del notaio) lo strumento venne scritto non in un eventuale studio del Dionisio, ma nello studio di un giureconsulto. Questa copia di pugno del notaio venne rilasciata il 10 maggio 1823.